CASTELLO DI DONNAFUGATA
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I LUOGHI DI MONTALBANO
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Il Castello
Si ritiene opportuno accostare, agli itinerari che hanno portato alla scoperta delle meraviglie di Ragusa Ibla, un cenno sul Castello di Donnafugata sicuramente una delle dimore patrizie di campagna più grandi e più sontuose di tutta la Sicilia sud-orientale, anche perchè il maniero, che insiste sul territorio del Comune di Ragusa, merita e vanta il diritto di essere annoverato fra i gioielli della città. Il nucleo abitativo che insiste sul sito è di origini antichissime, risalente alla tarda antichità o, al massimo, ai primi anni del medioevo. Il nome, che è anche quello della contrada, è di origine araba e deriva da un etimo - Ayn as jafât - che significa 'fonte della salute', a sostegno del quale c'è la presenza di una piccola sorgente d'acqua nella zona ; attraverso trasposizioni dialettali, si è arrivati a Donnafugata. Leggende popolari hanno voluto far risalire il nome a vicende di donne rapite o fuggite, fra le quali primeggia la storia di Bianca di Navarra che sarebbe stata rapita nel XV secolo da un suo pretendente respinto, il conte Cabrera. La costruzione, per come è disponibile al visitatore, di recente restaurata, fu voluta dal barone di Donnafugata Corra do Arezzo de Spuches, che ampliò, intorno al 1860, un nucleo originario già posseduto dal padre. Il feudo apparteneva prima alla famiglia Bellio Caprera e fu venduto successivamente al Barone di Sterri, Vincenzo Arezzo La Rocca : si può datare intorno al 1650 l'origine di quelle costruzioni attorno a cui gli Arezzo costruirono poi quella che era solo una casina di villeggiatura. Il Barone di Donnafugata, educato come era nella tradizione delle famiglie nobili del tempo, uomo di grande ingegno e di gusti raffinatissimi, si dedicò alle lettere e alle arti, ma soprattutto alla politica, rivestendo prestigiose cariche, fu deputato del Parlamento Siciliano e più volte sindaco di Ragusa. Sposò Concetta Arezzo di Treffiletti da cui ebbe l'unica figlia Vincenzina, che andò in sposa al Principe di Manganelli, Giuseppe Paternò Castello Alliata. Vincenzina, dopo essere stata abbandonata dal marito, morì giovane a Parigi ; il barone rimase quindi tutore delle due nipoti, Clementina e Maria. La prima andò in sposa ad un francese, ospite del nonno, il visconte Gaetano Combès de Lestrade, dopo una fuga d'amore concepita e attuata proprio nella dimora di campagna ; Maria sposò il nobile messinese Francesco Marullo, ma la sua vita terminò prematuramente nel tremendo terremoto di Messina del 1908. Maria Paternò Arezzo lasciò erede un nipote omonimo del nonno, destinando altresì cospicua parte dei suoi beni alla costruzione dell'Ospedale di Ibla che da lei prese il nome. Originariamente la proprietà del castello di Donnafugata fu ascritta al nipote Corrado Arezzo, poi, in seguito a questioni legate al testamento della nobildonna, il feudo di Donnafugata passò agli eredi dell'altra sorella Clementina, che di recente lo hanno venduto al Comune di Ragusa. Il complesso edilizio rurale risente degli stili delle diverse epoche in cui furono operate modifiche, come pure risente degli interventi operati dai diversi eredi, prima dal barone Arezzo che influenzò gli stessi con la sua personalità tutta dedita alle belle arti e alle raffinatezze della vita, poi dal Lestrade, marito di Clementina, che influenzò invece alcune parti del Castello con il suo gusto di stile francese : dopo le vicende legate all'eredità, i Lestrade abitarono il castello e vi ospitarono personaggi importanti ; dal loro matrimonio nacque Clara Lestrade che andò in sposa al conte Testasecca di Caltanissetta : uno dei figli, Gaetano, fu l'ultimo proprietario del Castello.Nella zona antistante la costruzione un ampio cortile di campagna, fiancheggiato da basse costruzioni di tipo rurale, con annesse le stalle, dove una volta alloggiavano i 'massari' della tenuta.Dal portale d'ingresso si passa ad un cortile interno che immette ai vari portoni : dietro quello principale un atrio da cui si diparte una sontuosa scalinata a tre rampe, in pietra asfaltica, adornata da un discobolo e da tre statue raffiguranti figure femminili. Al piano terreno, accanto all'ingresso, la Cappella dedicata a sant'Antonio Abate, con annessa sagrestia ; dappertutto magazzini, cantine, depositi, i locali per la sartoria, la falegnameria, le cucine collegate attraverso scale di servizio al piano nobile, l'alloggio del custode ; accanto alla scalinata d'ingresso un piccolo teatrino.Sul prospetto principale insistevano la foresteria che si allungava lateralmente fino al cortile interno che fa capo alla torre quadrata, e, a sinistra l'appartamento del Vescovo. A sinistra un cortile interno su cui si affaccia la veranda e gli appartamenti della Contessa, che furono abitati dagli ultimi proprietari.Nel nucleo centrale del complesso, dall'ampio scalone si accede alla Sala d'ingresso e ai vari saloni, al Salone degli stemmi, alla Biblioteca, al salotto dei fumatori, al salotto delle signore, al Salone degli specchi, alla Sala del biliardo, alla Sala della Musica, al Salotto del Barone, alla Pinacoteca, e all'appartamento della Principessa. Tutte le stanze non presentano opere d'arte particolari, ma, in ogni caso, tutti gli arredi e gli addobbi risultano essere di un certo pregio, se non per la loro vetustà unita allo sfarzo e alla bellezza di taluni particolari. In tutto ci sono 122 stanze, oltre al dedalo di corridoi e scale di servizio che mettono in comunicazione tutti gli ambienti del complesso.Degni di attenzione sono :l'ingresso, salone vasto illuminato attraverso un lucernario con una pregevole specchiera finemente decorata ; in questa sala si trovano dei quadri fra cui uno del barone Arezzo e uno di Santa Cecilia.Subito dopo l'ingresso il Salone degli Stemmi, così chiamato perchè sulle quattro pareti sono raffigurati i simboli araldici delle famiglie siciliane ; nel Salone si conservano due armature del 1600 e due quadri con gli stemmi del casato. A seguire il salotto del Barone, riccamente adornato, contiene un ritratto del barone e una specchiera con cornice in oro zecchino su cui sono posti due artistici candelabri. Il salone degli specchi è una delle stanze più scenografiche del castello con grandi specchi che rivestono quasi tutte le pareti, con pregevoli tendaggi ; all'interno della sala un antico pianoforte a coda.La sala del biliardo con dipinti alle pareti e un antico tavolo da biliardo circondato da divani, posti su pedane per permettere di vedere le partite. La stanza del Vescovo, riccamente arredata con mobili intarsiati e con poltrone in velluto rosso, contiene all'interno un quadro raffigurante il castello ; è preceduto da un'anticamera altrettanto riccamente arredata.Le stanze di questo lato si affacciano su una comoda veranda con salotti di vimini e artistiche terrecotte alle pareti. Seguono poi le stanze della foresteria che non contengono arredi e addobbi di gran valore, fatta eccezione per i tendaggi. Prima della foresteria. la pinacoteca piccola stanza dove sono contenuti dei quadri di un certo pregio, alcuni dei quali senza cornice : c'è da ritenere che il patrimonio artistico contenuto all'interno di questa stanza, come pure in altre, nel corso degli anni si sia inspiegabilmente depauperato. Nell'angolo in corrispondenza della torre quadrata si trova l'appartamento della principessa Bianca di Navarra, composto da un salotto anticamera e dalla stanza con l'alcova : entrambi sono artisticamente arredati.Nella stanza della musica, adiacente all'appartamento della principessa, si conservano quattro antichi pianoforti e vi sono pregevoli dipinti alle pareti con particolari rappresentazioni in tema, sul fregio che corre lungo le pareti. Il salotto delle signore era una stanza riservata alle donne, con un caminetto che presenta un rivestimento con tappezzeria rimovibile e un prezioso lampadario in cristallo di murano. Il salotto dei fumatori è una piccola stanza dove si riunivano gli uomini per conversare e fumare, sulle cui pareti sono raffigurate delle pipe. In tutte le stanze si rivela la raffinatezza e la dedizione alla cultura e alle arti del Barone Arezzo, ma dove sono messe in risalto le qualità dei proprietari è sicuramente nella biblioteca, assai ricca di testi che denotano l'amore per la cultura, anche d'oltralpe. I locali sono composti da una antibiblioteca, riccamente arredata con mobili in legno, poltrone e leggii, e dalla biblioteca vera e propria, con pareti interamente coperte da scaffali in legno dove sono contenuti oltre tremila volumi, tutti di gran pregio e delle materie più disparate ; nella sala, in una nicchia un busto in gesso del barone Arezzo, una deliziosa scrivania con poltroncina analoga, una sedia a dondolo e una particolare sedia in legno trasformabile in scaletta. In corrispondenza della torre circolare si trova l'appartamento della contessa, composto da oltre dieci vani con sala da pranzo, salotti, studio e stanze da letto : questa zona era quella normalmente abitata dai proprietari, anch'essa degnamente arredata con mobili in legno e suppellettili particolari. La stanza da letto matrimoniale è ubicata nel vano della torre circolare, per cui ha una particolare forma rotonda. Non meno interessante dell'interno risulta l'immenso parco che fu particolarmente curato dal barone Arezzo con una rete idrica imponente e grandi serbatoi artificiali, che servivano non solo per l'irrigazione del verde, ma anche per i giochi d'acqua. In tutto il parco, la cui architettura fu attentamente progettata dal proprietario insieme alla varietà delle piante e dei cespugli, sono disseminati numerosi sedili in pietra, soprattutto in zone appartate e ben ombreggiate. Molte fontane contribuivano a rendere l'ambiente assai raffinato ed elegante. Al parco si accede attraverso una maestosa scalinata che scende dalla terrazza sul prospetto principale. In una zona di esso, tra alcuni cipressi, si ritrovano dei monumenti funerari, per ricordare la fugacità della vita. Sparsi in ogni angolo dei viali pregevoli vasi di Caltagirone e, qua e là, numerose statue.Degni di menzione sono i giochi d'acqua, numerosi all'interno del giardino, che il proprietario fece installare per far divertire gli ospiti, unitamente ad un labirinto al cui ingresso è posta una statua di un soldato piemontese ; divertente una piccola cappella, avvicinandosi alla quale si aprivano due porte e una statua di un monaco barbuto tentava di abbracciare l'inconsapevole ospite.In fondo al viale che si diparte dalla scalinata d'ingresso, una costruzione neoclassica, la 'coffee house', sul cui prospetto insiste una loggia formata da sei colonne in stile ionico sormontato da una balaustra elegantemente adornata : in questo locale si riunivano gli ospiti per i rinfreschi, durante le lunghe passeggiate nel parco ; davanti alla costruzione un artistica fontana con una vasca a forma di conchiglia, sormontata al centro da un'artistica scultura raffigurante dei putti. |
Orari apertura in vigore dal 1 aprile 2012
Lunedì: • giorno di chiusura martedì, giovedì, domenica • dalle 9,00 alle 13,00 • dalle 14,45 alle 16,30 mercoledì, venerdì e sabato •dalle ore 9,00 alle ore 13,00 La permanenza all'interno è consentita rispettivamente e improrogabilmente entro e non oltre le ore 13,45 ed entro e non oltre le ore 18,15 Per informazioni: tel. 0932.619333 (Castello Donnafugata) 0932.676668 (Ufficio Cultura Comune di Ragusa) Tariffe:
• Biglietto Intero: € 6.00 • Biglietto Ridotto:€ 3.50 - Eta' compresa tra i 6 e 18 anni e oltre i 65 anni; gruppi scolastici (2 biglietti gratuiti ogni 15-20 alunni); per i turisti soggiornanti presso strutture alberghiere ed extra-alberghiere di Ragusa Biglietto gratuito: * Bambini fino a 6 anni (non compiuti) * Gruppi scolastici del Comune di Ragusa * Portatori di handicap con accompagnatore * Guide, tour operator ed interpreti turistici nell'esercizio della loro attivita' professionale * Autorità politiche e militari * Rappresentanti della stampa nell'esercizio della loro attivita' professionale. * In presenza di gruppi, ogni 20 persone si avrà diritto a 4 biglietti gratuiti Tariffa ridotta € 3,00 quando il Salone degli Stemmi e' impegnato per convegni, congressi, etc. Informiamo che e' possibile pagare il biglietto di ingresso, anche, tramite il servizio POS mediante carta bancomat. |